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La chiesa ha orientamento da est ad ovest, secondo il rito greco; la parete est, l'abside, reca un'immagine di San Pietro Mandurino, risalente, probabilmente al 700, quando la struttura fu sottoposta ad un primo, sommario restauro.

San Pietro Mandurino

Una chiesa Bizantina

la chiesa di san pietro mandurino

È una chiesetta bizantina posta nei pressi del monastero di S. Antonio, a nord dell'abitato.

La piccola struttura è costituita da due ambienti, divisi da un grande arco centrale. La chiesa ha orientamento da est ad ovest, secondo il rito greco; la parete est, l'abside, reca un'immagine di San Pietro Mandurino, risalente, probabilmente al ‘700, quando la struttura fu sottoposta ad un primo, sommario restauro.

Una breve descrizione

l affresco di san pietro mandurinoDei due ambienti, che, globalmente, costituiscono l'interno della chiesa, uno ha una volta a cupola (il primo entrando) mente l'altro ha una ben più povera copertura "a botte". È possibile pensare che, un tempo, la chiesetta avesse due cupolette; a seguito di un crollo, una delle cupole è stata realizzata in maniera più semplice (a botte, appunto), modificando il progetto originario.

Purtroppo i restauri del settecento hanno privato le pareti della chiesetta degli affreschi di ottima fattura, probabilmente di epoca bizantina. Unica traccia rimasta è un volto di Cristo posto a circa due metri e mezzo di altezza sulla parete a sinistra dell'ingresso. Una lapide dipinta sull'immagine di San Pietro ricorda l'anno dei primi restauri: il 1726.

L'ipogeo ellenistico

A destra del piccolo altare (di epoca moderna e senza alcun interesse storico), si apre la scalinata verso l'ambiente ipogeo. Probabilmente, la chiesa, sorge su quello che, originariamente, era una cripta basiliana, a sua volta riutilizzo a fini religiosi di un'antica tomba ipogea del periodo Messapico.

Nella struttura sotterranea, infatti, la scala conduce verso un dromos che, originariamente, era la camera sepolcrale; a conferma di questa tesi, sono visibili nel soffitto le tracce degli affreschi che disegnavano, secondo gli usi del tempo, delle "travature" di copertura. Esempi di costruzioni ipogee similari, usate per scopi sepolcrali, sono ancora visibili nei territori dauni e peuceti (province di Foggia e Bari). Al contrario, nella terra dei Messapi sono piuttosto rare, anche perché distrutte nel corso dei secoli.

Prima del dromos è stato ricavato un ambiente, quasi a creare una piccola cappella sotterranea, con due colonne centrali, che sembrano volerne sostenere la volta. I lati e le nicchie degli ambienti sono stati affrescati, probabilmente in età rinascimentale.

Documento creato il 27/08/2004 (12:26)
Ultima modifica del 09/03/2011 (15:50)
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