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Le tristi vicende di Brindisi ebbero termine con l'arrivo nelll'Italia meridionale dei Normanni.

Le Fotorassegne!

Dai Normanni ad oggi

I Normanni

il castello di brindisiLe tristi vicende di Brindisi ebbero termine con l'arrivo in Italia di un popolo lontano, che scelse l'Italia meridionale come sede per un nuovo regno: erano i Normanni.

Giunti dalla Francia settentrionale intorno al X secolo, ben presto conquistarono l'Italia meridionale e la Sicilia, strappandole al dominio dei Bizantini e degli arabi.

In meno di due secoli i normanni diedero nuovo impulso a queste terre sfiancate da secoli di tormenti e devastazioni. Fortificarono la città stimolando i commerci e valorizzandone la posizione strategica del suo porto che diventava nuovamente importante come base di partenza per le Crociate.

Da Brindisi cominciavano ad imbarcarsi pellegrini e crociati alla volta della Terra Santa e la città cominciava, nuovamente, a crescere per far fronte ad un ruolo che, per tanti secoli, gli eventi le avevano quasi fatto dimenticare.

Federico II

il castello di brindisi

Erede diretto dei Normanni in Italia meridionale fu Federico II di Svevia, tedesco di origine (era nipote di Federico Barbarossa), ma di madre normanna (Costanza d'Altavilla) e Italiano di cultura ed adozione.

Federico costruì a Brindisi un grandioso castello, con l'intento di difendere questa terra ed il suo regno dai continui attacchi che provenivano dal mare; diede grande impulso alla cultura, all'arte ed alla letteratura, fu sovrano attento ed illuminato.

Amava la coesione dei popoli e, nel suo regno, si incontravano culture diverse, cristiane e musulmane.

Ricevuto l'ordine dal papa di scatenare l'ennesima crociata, Federico II fece di tutto per evitarlo, facendo sostare a Brindisi migliaia di uomini.

Dopo Federico II di Svevia

monumento ai cadutiPurtroppo, dopo Federico II, vennero tempi difficili. Alla capacità di governo dello Svevo si contrapposero governanti inetti: i francesi Angioini, gli Aragonesi ed il governo spagnolo trascinarono la città è l'intero meridione in uno dei periodi più cupi.

Brindisi conobbe fame e pestilenze. Addirittura gli Aragonesi, temendo un colpo di mano dei Veneziani, affondarono all'ingresso del porto una grande nave colma di macigni. La nave impedì, si, ai Veneziani di entrare, ma fermò anche il normale ricambio delle acque ridimensionando moltissimo l'importanza del porto.

Fortunatamente, i Borboni risollevarono le sorti della città, liberarono il porto dal relitto affondato qualche secolo prima e, sulla fine del 1700 Brindisi tornò a risollevarsi.

Il nuovo secolo vedeva eventi importanti, tra cui l'Unità d'Italia e l'apertura del canale di Suez nel 1869. Da quest'anno Brindisi, sino alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, fu porto d'imbarco per l'India e per i lontani paesi orientali; i traffici con l'oriente furono così importanti che Brindisi ottenne il nomignolo di "Valigia delle Indie".

fontana nei pressi del porto

Furono positivi per Brindisi e la sua provincia anche gli anni precedenti il secondo conflitto mondiale che la videro capolinea di tutti i traffici europei verso i paesi del mediterraneo. L'unione dell'Italia con l'Albania e la creazione della provincia, eventi voluti, entrambi, da Mussolini, riportarono la città alla stessa importanza che ebbe durante l'Impero Romano.

Purtroppo il secondo conflitto mondiale ebbe un esito triste per l'Italia, che ne uscì sconfitta. Il re fu costretto a fuggire e, nei concitati eventi di quei giorni del 1943, scelse Brindisi, città lontana dal teatro della guerra, come capitale del regno. Purtroppo, gran parte del governo era rimasto a Roma, isolato. Il re creò un governo provvisorio che, per mancanza di luoghi adatti fu diviso tra qui, Lecce, Taranto e Bari. Quando la situazione tornò tranquilla, il re abbandonò l'arrocco e si trasferì, col suo governo, a Salerno (era l'11 Febbraio del 1944).

Documento creato il 23/11/2005 (15:28)
Ultima modifica del 07/03/2011 (19:14)
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Japigia di Paola Beatrice Arcano, Casarano (Lecce)
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