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Vaste

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vaste la piazza

Negli ultimi anni Vaste sta sempre più assumendo i connotati di una località che vuole riscoprire il proprio passato e fare in modo che questo sia conosciuto da turisti e visitatori.

Ed è per questo motivo che, negli ultimi anni si sono rivalutate le antiche origini, cercando di mettere in risalto ciò che era fortunosamente sfuggito alle ingiurie del tempo.

Come abbiamo avuto modo di dire, Vaste nasce sull'area occupata a partire dal VI-V secolo a.C. dall'antica cittadina messapica di Baxta (o, anche, Basta), importante centro sorto nell'entroterra Ionico, a pochissimi chilometri da un altro importante centro messapico: Castro.

Vaste si sviluppa su un'area prevalentemente pianeggiante, a valle della serra di Poggiardo; il suo centro arcaico coincide esattamente con l'attuale piazza Dante, sede del castello, della chiesa madre e della torre dell'orologio. E´, questo, il segno evidente della continuità abitativa dei centri del Salento che giungono a noi attraverso i secoli modificando e riutilizzando quegli stessi luoghi abitati dai nostri progenitori.

il castello di vaste

Ma c'è di più: gli scavi degli ultimi anni hanno riportato alla luce, esattamente sotto la pavimentazione di piazza Dante i resti di un antico recinto sacro, un luogo di culto importante nella vita dell'antica cittadina di Baxta, le cui tracce sono evidenziate dai colori assegnati al nuovo pavimento della piazza; dall'altro lato dell'area, ad alcune decine di metri da qui, sono stati rinvenuti i resti di un antico edificio, chiamato per la sua forma “edificio ad L” probabile fulcro della società Basterbina nel III o IV secolo a.C.

Baxta era, dunque, una cittadina estremamente importante: aveva ben tre cinte murarie e la più grande, la più esterna, racchiudeva un'area di oltre 44 ettari. Era questa l'area destinata ai campi coltivati ed al pascolo; un'area che racchiudeva l'attuale centro cittadino e parte di quello della moderna Poggiardo che, lo ricordiamo velocemente, sorgerà solo dopo il 1300. Quindi, delle tre cinte murarie di cui poteva fregiarsi Baxta, la prima, quella più interna, circondava il centro principale, tra cui l'attuale Piazza Dante e le moderne strade che la circondano; la seconda fu edificata in seguito, probabilmente a causa dell'ingrandirsi della cittadina e, l'ultima, la più grande, nel periodo di massimo splendore dell'abitato.

Si trattava di un'opera ciclopica. Erano mura enormi, per quei tempi: costruite interamente in grandi blocchi di arenaria perfettamente squadrati e posati a secco, avevano un'altezza media di 5 metri con uno spessore di quattro. Il perimetro era interrotto da ben 23 torri e c'erano 13 porte di accesso alla città. Baxta non era la città più grande della Messapia ma era certamente uno dei centri più importanti, una delle dodici città messapiche, una di quelle che sono riportate sulla ormai famosa “Mappa di Soleto”, un ostrakon del III-IV secolo a.C. ritrovato alcuni anni or sono nella omonima cittadina del Salento. In essa la nostra Vaste è riconoscibile dalla sigla BAS all'interno della linea di costa sud orientale della penisola salentina.

Documento creato il 09/05/2011 (21:49)
Ultima modifica del 09/05/2011 (21:49)
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