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Castro: antico porto

Tra storia e leggenda


Ne' suoi corni ha due scogli, anzi due torri, / che con due braccia il mar dentro accogliendo, / lo fa porto e l'asconde; e sovra al porto /lunge dal lito è 'l tempio. Sono le indimenticabili parole che Virgilio usa per narrare l'arrivo di Enea in Italia. Oggi come allora, Castra Minervae, con i suoi scogli alti come torri, sembra rivivere in questa descrizione. Castra Minervae, il nome che questa cittadina aveva ai tempi del grande poeta Latino.

In verità, Virgilio ebbe a fare molti, molti viaggi in questa parte d'Italia, vicina com'era a quel mondo greco che i romani ammiravano ed emulavano. L'ammirazione per il mondo greco era tale da cercar di dare origini greche alla più potente città del tempo: Roma!

La descrizione calza a pennello: ancora oggi il porto di Castro si incunea tra le rocce, protetto a nord da un ripidissimo strapiombo e a sud da rocce ancora ripide ma con altezze più moderate. E lunge dal lido non c'è più il tempio, ma i resti del grande castello aragonese.

Una splendida cittadina

la città di castro

Castro è bella cittadina turistica; durante l'estate il suo mare, profondo ma incredibilmente trasparente, diventa meta di tanti bagnanti, attirati da questo ambiente unico tra le rocce delle serre che giungono qui, ad immergersi nel profondo Mare Ionio.

La cittadina si raggiunge con facilità dalle vie interne o dalla litoranea che, da Leuca a Castro -o da qui ad Otranto- offre i panorami più belli della costa salentina, fatti di scogliere a picco sul mare, di grotte marine e incredibili calette.

Una storia molto antica

il porto di castro

Probabilmente questi luoghi nascosti tra le scogliere e ricchi di acqua fornita da varie sorgenti furono tra i primi insediamenti dei primitivi abitanti del Salento; tuttavia è con i Messapi che giungono sino a noi tracce di una civiltà che ha lasciato le grandi mura megalitiche come segno della loro esistenza.

I Messapi fortificarono la sommità della collina, costruendo qui, secondo gli usi greci, l'acropoli; la vicinanza con Baxta (l'odierna Vaste), potente cittadina messapica, la fecero diventare il naturale accesso al mare di quest'ultima.

Durante la conquista romana del Salento, Castro fece confluire i suoi uomini nell'esercito delle città confederate messapiche; tuttavia, a nulla valse lo sforzo bellico: Castro divenne, ben presto, colonia romana.

L'insediamento romano proseguì sulla sommità della collina: è significativa, ancora oggi, una piccola via dedicata al Tempio di Minerva, proprio in cima alla collina, a due passi dalle mura medievali. Probabilmente, Virgilio si riferiva a questo tempio che, dal mare, doveva stagliarsi, netto, agli occhi di coloro che raggiungevano il porto.

Documento creato il 30/10/2007 (15:25)
Ultima modifica del 31/10/2007 (10:10)
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