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Lo stemma di Nardò

Lo stemma araldico della città di Nardò

Fontana toro a nardo

Lo stemma araldico che distingue il comune di Nardò è abbastanza particolare. Si tratta di uno scudo coronato su cui campeggia un toro, anch'esso recante una corona, che, con la zampa destra anteriore sollevata, evidenzia, in un contesto agreste, uno zampillo d'acqua. Il motto latino “tauro non bovi” vuole sottolineare il fatto che non si tratta di un comune bue ma di un toro.

Ad una prima analisi, la presenza di un toro nel simbolo cittadino, divenuto ufficiale con il riconoscimento del Consiglio dei Ministri dell'11 Novembre del 1952, fa correre la mente alla sacralità che questo animale aveva presso le genti antiche. In effetti, sacro fu un bovino per gli egizi e Zeus prese le sembianze di un toro per rapire Europa, figlia del re fenicio Agenore. La portò a Creta e dalla loro unione nacque Minosse il famoso re che fece costruire il labirinto all'architetto Dedalo, il cui secondo figlio, Japige, avrebbe dato origine, secondo la leggenda, alla stirpe Japigia di cui l'antica Nardò (o Neriton) faceva parte.

L'acqua, elemento importantissimo

Ma c'è un altro particolare: lo zampillo d'acqua che sembra sgorgare al semplice tocco del terreno da parte della zampa dell'animale. Certamente, questo particolare vuole evidenziare la ricchezza di questo elemento nella campagna neretina.

In effetti due grandi scrittori del passato, Antonio De Ferraris (il Galateo) e Cosimo De Giorgi hanno evidenziato come la grande abbondanza di acqua, favorita dall'avvallamento del terreno in cui sorge la cittadina, tra le serre salentine prominenti allo ionio, abbia favorito l'agricoltura e reso estremamente fertile il territorio tanto da meritare l'appellativo di “granaio di Lecce”.

Ma, oltre a questo, la mente corre alla mappa di Soleto, un ostracon (un pezzo di piatto a vernice nera) che riproduce la dodecapoli messapica del V secolo a.C. In essa Nardò è evidenziata con la sigla “NAR” ed è giusto il caso di ricordare la somiglianza con la parola greca “Nerò” che significa, appunto, acqua.

Documento creato il 20/11/2011 (17:14)
Ultima modifica del 21/11/2011 (08:50)
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