INFORMATIVA: Questo sito utilizza solo cookie tecnici per migliorare l'uso dei servizi da parte dei suoi utenti. Se vuoi saperne di più clicca qui. Se accedi a un qualunque elemento sottostante questo banner acconsenti all'uso dei cookie.
   
 

Venerdì
13 Dic 2024

Santa Lucia Vergine e martire

Luna: Fra 2 gg
Luna Piena

Se pazienza ti manca e discrezione, nè buon servo sarai, nè buon padrone.
Meteo nel Salento: temp. 13 °C, Umid. rel. 67%, Scirocco (6.69 m/s, Vento moderato), press. 1003 hPa
 
 Home » I Comuni » Ugento » La via sallentina - due
Contatta Japigia.comJapigia e' su facebook: clicca mi piaceSegui Japigia su TwitterRSSNews FeederCerca sul Circuito Japigia

La via sallentina - due

Chiesa della Madonna di Costantinopoli

la chiesa della madonna di costantinopoli

Lo sfruttamento agricolo di questi luoghi ha portato alla costruzione di una masseria proprio di fronte la Cripta del Crocefisso. La moderna costruzione ha inglobato, però, un'antica cappelletta dedicata alla Vergine di Costantinopoli.

La chiesetta, con l'ingresso proprio sulla strada, verso est, e l'altare sulla parete di fronte, è stata recentemente restaurata. I lavori hanno portato alla luce l'antica immagine della Madonna, del 1619, che ascende al cielo durante l'incendio di una chiesa. Le altre pareti sono affrescate con immagini di santi e profeti, tra cui Elia, contraddistinto da un abbigliamento moresco. Il soffitto è dipinto con un motivo a cassettoni, ognuno dei quali abbellito dal volto di un angelo.

Un assassinio di 2300 anni fa

museo a ugentoMa le sorprese non son finite: la vecchia masseria, anch'essa restaurata, ospita un calco plastico -ma molto realistico- di uno scheletro rinvenuto durante alcuni lavori di costruzione di un'abitazione.

Si stava saggiando, infatti, il luogo al fine di scongiurare che vi fosse la possibilità di ritrovare tracce del passato messapico quando fu rinvenuta una strana sepoltura. Era un posto usato, in epoca messapica, come cava ed anche come discarica di materiale di risulta, lontano, quindi, dai consueti luoghi di sepoltura; proprio sotto un cumulo di pietrame di piccole e medie dimensioni fu rinvenuto lo scheletro di un giovane, deposto a faccia in giù, con le braccia piegate sotto il torace. Non aveva corredo funebre o altro che potesse dire qualcosa su di lui.

Fu eseguito immediatamente un calco plastico del ritrovamento, in modo da conservarne l'originaria posizione e, su di esso, proseguì lo studio degli archeologi. Il giovane, probabilmente di circa 23 anni ebbe braccia e gambe spezzate in più punti anche se, probabilmente, morì per un forte colpo alla testa che gli fracassò il cranio. Successivamente, il corpo fu nascosto in questi luoghi e ricoperto da detriti: era il III secolo a.C., poco prima della conquista romana del Salento, quando la civiltà messapica stava per soccombere agli eserciti dell'Urbe. Si tratta, comunque, di un aspetto della civiltà messapica che il sottosuolo di Ugento ha conservato per noi per ben 23 secoli.

La necropoli messapica

antica necropoli

Come è possibile vedere a Roca ed a Manduria, le necropoli seguivano, dall'interno, il percorso delle mura. Era infatti tradizione dei Messapi seppellire i propri morti lungo le opere di fortificazione, certi che gli spiriti dei loro cari avessero vegliato sulla città dei vivi scampandola dai pericoli.

antica necropoli a ugentoE per Ugento non poteva essere diverso. Le mura, o almeno alcuni tratti interrati, corrono a pochi passi dalla Cripta del Crocefisso e dalla Chiesetta della Madonna di Costantinopoli.

La scoperta della necropoli fu fortuita. Un'azienda, infatti, aveva ricevuto in concessione questi luoghi per realizzarne una cava di materiale da costruzione. Si stava già procedendo allo sbancamento quando la pala meccanica portò alla luce alcune tombe messapiche ancora integre: fortunatamente, tra lo sbigottimento generale, ci fu chi informò dell'accaduto le autorità che fermarono, immediatamente, i lavori, recuperando i reperti venuti alla luce.

La storia, alle porte di casa

Ci piace ricordare il De Giorgi che considerava il Salento come una grande area archeologica a cielo aperto. Fortunatamente, nonostante saccheggi e ruberie che ci hanno privato della nostra storia, a distanza di 130 anni, per fortuna, è ancora così.

Si tratta della Storia, quella vera, che nessuno ha mai studiato e che torna oggi ad interessare il grande pubblico grazie ad archeologi come il Dr. Paolo Schiavano che uniscono la passione per il proprio lavoro all'amore della Terra natia. Certo c'è ancora molto da fare affinché il Salento si scopra, veramente, una grande area archeologica a cielo aperto.

Documento creato il 29/04/2007 (21:48)
Ultima modifica del 30/04/2007 (09:50)
No al ritorno del nucleare!
Japigia di Paola Beatrice Arcano, Casarano (Lecce)
Realizzazione siti Internet, Portali, Grafica computerizzata e servizi turistici.
E' vietato il plagio, anche parziale, dei contenuti del sito.
Per informazioni, contatti, suggerimenti: Contattateci!
Copyright e info legge 62/01 - Privacy e Cookie
Partita I.V.A 03471880752 - R.E.A. CCIAA Le/224124