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La via sallentina

Una breve visita

la cattedrale di ugento

Approfittando di una bella domenica di primavera, si torna a visitare Ugento, cittadina messapica ricca di storia. Ci avrebbe fatto da guida il Dr. Paolo Schiavano dello Studio di Consulenza Archeologica che ha sede, appunto, a Ugento; teatro della piacevole escursione i luoghi lungo l'odierno percorso della via Sallentina, antica strada che, attraversando le antiche mura, conduceva all'interno dell'antica città messapica.

Ugento ha origini antichissime; fu fondata dai Messapi, antica popolazione giunta nel Salento intorno al X secolo a.C. e Sallentine erano chiamate le tribù messapiche che popolarono la nostra costa ionica.

Nell'ambito delle città stato messapiche, Ugento era una delle più importanti, cui era delegato il controllo dell'intero capo di Leuca.

Le grandi mura

antiche mura messapiche

La sua cinta muraria, che proprio qui si interrompeva per permettere, mediante una grande porta, l'accesso alla città, si sviluppava per un perimetro di ben cinque chilometri; come per Manduria, le mura erano vere costruzioni megalitiche, formate con grandi massi regolari di arenaria, estratti localmente.

Alte e possenti, proteggevano l'intera città, il cui centro, su una collina che dominava il territorio, era occupato dall'acropoli. Di esse, oggi, restano solo alcuni tratti nascosti dai rovi, sfuggiti al riciclo come materiali da costruzione: delimitano le diverse proprietà poderali, coltivate a vigneto e seminativo.

La cripta del Crocefisso

la cripta del crocefisso

Poco fuori le mura messapiche è possibile visitare, dopo i recenti restauri, la chiesetta rupestre del Crocefisso, palesata da una piccola casetta costruita intorno al XIV secolo che ne custodisce l'accesso principale, una scalinata che scende all'interno della collinetta di arenaria dove è stato ricavato il luogo di culto. Tuttavia, questa cripta, non è sempre stata tale.

la cripta del crocefisso


E' stato provato, infatti, che in questi luoghi il livello del suolo si è molto innalzato rispetto al passato. In un tempo ormai lontano questa era una collinetta di arenaria completamente isolata, alla cui base c'era l'ingresso di un luogo di culto: siamo intorno all'VIII secolo d.C. L'impero romano era caduto da alcuni secoli, ma Bisanzio continuava a regnare sul Salento e l'Italia Meridionale. In questi luoghi giunsero alcuni religiosi di rito greco.

la cripta del crocefisso

Essi crearono qui una chiesa, orientandone l'interno secondo gli usi della Chiesa Ortodossa: un piccolo altare verso Occidente ed una piccola apertura verso oriente, in modo che il sole, sorgendo, lo illuminasse. Resta traccia di questo periodo in un bellissimo affresco di un Cristo Pantocratore, visibile, entrando, a sinistra, proprio sotto il piccolo lucernario ed una Vergine Glicofilusa -o della Tenerezza-, visibile proprio su quello che era l'altare originario. La posizione di quest'ultimo affresco lascia pensare che proprio alla Vergine fosse intitolata, originariamente, la chiesetta.

la cripta del crocefisso

La chiesetta era, però, un centro di devozione: tutt'intorno al luogo sacro erano disposte delle sepolture, in semplici fosse scavate nell'arenaria, coperte da massi regolari o, semplicemente, di terra. Solo una minima parte di esse è stata portata alla luce, trovandosi, ora, ricoperte da metri di terra rossa. Secondo l'uso cristiano, non hanno alcun corredo funebre e sono l'ultima dimora degli abitanti di Ugento di un periodo compreso tra l'VIII e l'XI secolo.

Successivamente, durante il periodo angioino -intorno al XIV secolo-, la chiesa era ancora un luogo di culto per queste contrade. E' angioino il dipinto di una Vergine con Bambino visibile a destra della parete di fondo, a sinistra dell'altare originario. Alla destra dell'immagine, secondo gli usi del tempo, più piccola, la figura del committente dell'opera.

la cripta del crocefisso

Ma le modifiche più importanti alla chiesetta sono state realizzate intorno al '600. In questo periodo la collinetta si era del tutto interrata e non era più raggiungibile dall'ingresso originale, posto alla base. Per impedire che i detriti entrassero, fu murato mentre l'accesso fu garantito dall'altro lato, scavando nella tenera roccia i venti gradini che hanno consentito anche a noi di entrare. Per salvaguardarne la staticità, furono costruite due colonne che fanno bella mostra di se al centro dell'ambiente. L'altare bizantino fu rimosso e ne fu costruito uno sulla parete a sinistra del nuovo ingresso. Il nuovo altare ha, probabilmente, in parte coperto un'immagine del Crocefisso, dello stesso periodo, divenuto, nello stesso momento, il nuovo titolare del luogo di culto.

Oggi, grazie alla collaborazione dei proprietari che hanno ceduto al comune questi luoghi, la chiesetta è stata completamente restaurata ed è visitabile.

Documento creato il 29/04/2007 (21:49)
Ultima modifica del 26/03/2011 (16:20)
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