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Il Galateo

Antonio de Ferrariis, detto il Galateo

galatone: il busto del galateoAntonio De Ferrariis, detto, per via delle sue origini, il Galateo è, sicuramente, il più illustre umanista del '500 ed uno dei maggiori dell'intera Italia Meridionale.

Nasce, infatti, a Galatone nel 1444: discendeva da una famiglia di sacerdoti di rito greco. In questo periodo, infatti, è ancora sentita l'influenza della Chiesa Ortodossa. Il padre del Galateo, Pietro, profondo conoscitore del greco e del latino, ebbe un ruolo importante nelle lotte di successione per il trono del regno di Napoli che si svolsero sino al 1435 tra Alfonso d'Aragona e Giovanna II, rappresentati, qui nel Salento dal Principe di Taranto, Antonio Orsini del Balzo e da Giacomo Caldora. Pietro de Ferrariis, a quanto ci è dato da sapere dallo stesso Antonio, appoggiò la regina. Quando questa fu sconfitta, l'Orsini lo costrinse all'esilio a Gallipoli.

Ritroviamo queste vicende nel "De Situ Iapygiae", scritto qualche anno dopo da Antonio. Egli, infatti, cercò di giustificare il comportamento del padre in una lettera diretta al principe che, a seguito di questo "chiarimento" si legò d'amicizia a Pietro de Ferrariis.

Una formazione Basiliana...

Antonio de Ferrariis ebbe la sua prima educazione nel cenobio basiliano di San Nicola di Pergoleto, ormai distrutto. Qui, uno zio materno, abate da oltre trenta anni, si occupò della sua educazione. Lo stesso zio, proprie spese, lo fece studiare nel celebre Ginnasio di Nardò. L'amore per le lettere condusse il giovane Galateo, spesso, nel famoso monastero di San Nicola di Casole, altra grande presenza, nella nostra provincia, di quella che fu la cultura greco-basiliana. Fu qui, infatti, che completò la propria formazione.

La morte del padre e la necessità di badare alle esigenze della propria famiglia lo spinse a cercare fortuna a Napoli, dove fu presentato alla corte da una altro famoso conterraneo: Fra Roberto Caracciolo, che, come lui, aveva studiato nel Ginnasio di Nardò.

A Napoli entrò nelle simpatie dell'Aragonese e nel 1471 fu ammesso all'accademia Alfonsina, dove intraprese gli studi di medicina. Nel 1474 riceve la laurea e quattro anni dopo ritorna qui nel Salento dove sposa Maria Lubelli, figlia del principe di Sanarica.

La famiglia e la professione non lo distraggono dall'amore e dall'attenzione per la propria Terra. Nel 1480 è al seguito delle truppe Aragonesi per liberare Otranto dall'invasore saraceno; nel 1484 si scontra con i pirati veneziani che, durante un'incursione, danneggiano la sua proprietà a Gallipoli.

Nel 1490 torna a Napoli, chiamato a corte con l'incarico di medico. Purtroppo la morte di Alfonso II e le calunnie di corte lo costringono ad abbandonare il lavoro a corte ed a tornare nel Salento.

Le opere

Nel 1511 scrive la sua opera più importante il "De Situ Iapygiae", una vivace e garbata descrizione delle condizioni della Terra d'Otranto nel '500. Questo breve scritto è una narrazione malinconica della perduta grandezza del Salento, travolto dalla storia e dall'oscuro medioevo. Al De Situ fa seguito un'altra grande opera: la magistrale "Descriptio Callipolis" nella quale fornisce notizie ed informazioni sulla sua città preferita: Gallipoli.

Antonio Ferraiis muore a Lecce, il 12 novembre del 1517 all'età di 73 anni.

Documento creato il 31/08/2004 (14:12)
Ultima modifica del 18/03/2011 (18:42)

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