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Il Convento di LequileIl Convento dei Francescani di Lequile, una caratteristica costruzione del seicento, è un tipico Convento della Riforma Francescana, dotato di una fornita biblioteca e di uno splendido refettorio ligneo. Un'oasi dello spirito...É sempre suggestivo immergersi, anche per pochi minuti, nel fascino di un oasi dello spirito. Il Convento S. Francesco in Lequile ha una storia plurisecolare, ricca di santità, di cultura e di arte. Questo "luogo francescano", ardentemente voluto dagli abitanti di questa ridente cittadina salentina, è stato costruito da maestranze locali in 6 anni, dal 1613 al 1619, ed è un tipico Convento della Riforma francescana; per l'armonia e la funzionalità degli ambienti divenne il prototipo degli altri Conventi della Provincia religiosa. Il Chiostro col classico pozzo al centro è il punto di smistamento per le principali attività dei Frati: di qui si accede al refettorio, alla biblioteca al coro ed alla Chiesa. Il RefettorioPossiamo ammirare ancora in tutto il suo splendore l'antico refettorio ligneo, l'unico integro giunto sino a noi (1692-1695). La parte lignea è certamente opera "dei legnaioli riformati", mentre le scene campestri, venatorie, marinare dipinte sugli schienali, e gli affreschi sulle pareti sono dovuti ad anonimi frescanti. Sulla parete interna dell'ingresso è raffigurato il "Capitolo delle stuoie e l'Incontro di S. Francesco e S. Domenico"; sulla parete di fronte campeggia "La Cena del Signore", scena tipica dei refettori conventuali, basti pensare alla "ritrovata" celebre Cena di Leonardo da Vinci nel Convento domenicano di S. Maria delle Grazie a Milano. La BibliotecaSalendo per la scala principale si giunge alla Biblioteca, la tipica biblioteca francescana del'600, fatta costruire dal Min. Prov. P. Gregorio Cascione nel 1695, il quale volle fosse abbellita dagli affreschi dei grandi Maestri della Scuola filosofico-teologica francescana (Scoto, S. Bonaventura, S. Antonio - il primo Maestro di Teologia nell'Ordine francescano -, Alessandro d'Ales, maestro di S. Bonaventura, Nicola di Lyra, di cui possediamo l'opera Omnia "Commento alla Bibbia" in una splendida edizione del Cinquecento, etc... Qui sono conservati ben 2093 volumi, di cui una ottantina di cinquecentine, e diverse centinaia di secentine e di settecentine dei più prestigiosi tipografi di Lione, Venezia, Anversa, Salamanca, Colonia, Roma, Basilea, Napoli, Madrid. Il CoroScendendo per la scala segreta giungiamo nel Coro inferiore, probabile opera di Fr. Francesco M. da Lequile degli inizi del '700. In Chiesa, una grande navata con 8 cappelline, possiamo ammirare il tabernacolo ligneo di uno dei grandi Maestri della scuola d'arte francescana Fr. Giuseppe da Soleto, costruito intorno al 1650, un piccolo gioiello d'intaglio; il Crocifisso ligneo del calabrese Fr. Angelo da Pietrafitta (1693), il primo crocifisso scolpito da Fr. Angelo in Provincia, forse il più classico e il più espressivo. Infine sono degne di nota due tele: S. Antonio, opera di Fr. Francesco Maria da Martina, caposcuola della Scuola d'arte francescana del sec. XVII, e l'Immacolata, opera di Fr. Giacomo di S. Vito dei Normanni, il più rinomato discepolo tra i pittori di Fr. Francesco M. da Martina. Ritornando nel Chiostro, possiamo ammirare ben 11 affreschi del 1692, i quali, pur non essendo di grande qualità pittorica, sono particolarmente importanti, perché, secondo una mia ipotesi di ricerca, rappresentano no dei primi tentativi salentini di rappresentazione della Via Crucis. Tutte queste opere ci aprono il cuore al fascino della Bellezza di Dio. (Testo gentilmente concesso a Japigia da P. Luigi De Santis, ofm.). Documento creato il 08/03/2004 (17:11)Ultima modifica del 18/03/2011 (15:45) Area di StampaFortune Cookie...A chi fa casa, la borsa resta rasa |
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