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I Feudatari

I feudatari

(Testo gentilmente concesso a Japigia dal Dr. Cosimo Muci.)

Parabita: la piazza (1999)Morto il barone Giovanni de Tilio nel 1280 il feudo passa al figlio Giovanni Jr. che lo possiede fino al 1288 anno in cui diviene nuovo feudatario il nobile fiorentino Nicola Adimari. Nel XIV secolo il feudo si trova in testa ai Sanseverino, ai quali Re Ladislao II lo toglie nel 1407 per reato di fellonia di Ottaviano, cedendolo ad Ottino de Caris. Inizia così, un periodo negativo per l'economia del feudo e dei suoi abitanti, costretti a sopportare le vicissitudini di una guerra portata dal Principe di Taranto Giovanni Antonio Del Balzo Orsini che rivendicava la terra di Parabita concessagli dall'Arcivescovo di Taranto Giovanni Bernardo Delli Ponti di Tagliacozzo.

Riavuto il feudo il Principe di Taranto lo costituisce in dote alla figlia Maria Conquesta andata in sposa ad Agilberto del Balzo, duca di Nardò, quindi passa al figlio Raimondo e, nel 1507, a Francesco conte di Ugento.

Le lotte tra francesi e spagnoli

Nel 1528 e nelle lotte tra Carlo V e Francesco I gli spagnoli ed i francesi si contesero queste terre.

Parabita subisce così ancora una volta le conseguenze di una politica feudale volta alla tutela dei propri soli interessi, molte delle volte puramente effimeri.

Il conte Francesco, infatti, con l'intento di riconquistare il ducato di Nardò e, soprattutto, per potersi fregiare del titolo di duca, si alleò con i francesi ai quali offri come piazzaforte il castello di Parabita, mentre a Gallipoli erano di stanza gli Spagnoli.

Lo scontro avvenne nei pressi di Gallipoli il 13 luglio 1528 e così il Ravenna riporta l'accaduto: "Un corpo di truppe nemiche, sortito da Parabita, desolava le nostre campagne; armatisi circa 600 dei più coraggiosi cittadini, sotto il comando di Don Pirro Castriota, menando secoloro un pezzo d'artiglieria, uscirono in aperta campagna..." (tratto da "paesi e figure del vecchio Salento" di A. De Bernart - Congedo Editore, Vol. 1).

Nello scontro che ne seguì, e che fu portato nella stessa Parabita, il Castriota sconfisse i francesi; tolse alla città quattro cannoni di cui fece dono a Gallipoli e alla quale, per di più, concesse la stessa Parabita.

Il feudo passò, però, alla Regia Corte, gravato di un canone annuo a favore di Gaspare De Leo per un prestito fatto al conte Francesco per il reclutamento di truppe contro gli spagnoli, e con il vincolo di una tassa annua di ducati 300 sulle entrate baronali in cui fu commutata la concessione fatta dal Castriota a Gallipoli ad opera del Viceré Principe di Oranges e dalla quale Parabita fu rivalsa due anni dopo ed assolta, grazie al Cardinale Pompeo Colonna, una volta divenuto questi conte di Ugento e di Parabita.

Documento creato il 05/05/2004 (20:36)
Ultima modifica del 07/01/2014 (11:14)
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