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Il menanthol del Manfio

Contrada Manfio

cumoli di pietra al manfio

Il Manfio è una bella località in altura su una serra (una collina) nell'interno del Salento; Il luogo è il punto di congiunzione tra diversi comuni: abbiamo qui, infatti, i confini di Ugento, Taurisano, Ruffano e Casarano.

Tuttavia, la parte più importante della collina, rappresentata dall'antico cenobio Basiliano di Santa Costantina, noto anche con il nome di Cripta del Crocefisso, ricade in agro del comune di Ruffano.

Oltre a questo, forse, non tutti sanno che il Manfio è sede di un altro importante monumento: un Menanthol.

Il Menathol

Si tratta di un monumento megalitico che condivide la radice del nome con i Menhir; e, se Menhir, nell'antico linguaggio Bretone, significava pietra lunga, probabilmente Menanthol significa pietra forata.

Ed infatti, quello che possiamo vedere seminascosto dalla macchia sulla sommità ad occidente della collina, non è altro che un Menhir con un evidente buco al centro.

Sostanzialmente, un menhir come altriCome tutti i menhir è un masso rozzamente squadrato conficcato nel terreno; di sezione rettangolare di 15 per 30 centimetri, è poco più alto di un metro e mezzo; la sommità presenta un incavo a forma di V, con all'interno scavate delle fossette che, forse, un tempo erano destinate a raccogliere qualche liquido. Sulla facciata che volge a ponente è ben visibile una croce profondamente incisa nell'arenaria.

cumoli di pietra al manfio

Poco sotto la croce, finalmente, la caratteristica unica di questo megalite: un buco che lo trapassa da parte a parte.Non possiamo dire se il buco e l'incavo alla sommità siano antichi quanto il megalite stesso: non ne abbiamo le prove. Si potrebbe anche pensare che, nel corso dei secoli, si sia rotto a causa degli agenti atmosferici che ne hanno indebolito il già tenero calcare; certamente -però- possiamo datare la croce incisa ad un periodo più recente in cui si identificavano queste strutture megalitiche come simboli del demonio e si procedeva alla loro cristianizzazione.

La Cristianizzazione di un Menhir

La cristianizzazione di un menhir consisteva, appunto , nell'inciderci una o più croci (come in questo caso); o nel creare una sovrastruttura con croci in pietra (come, ad esempio, il menhir nel centro di Gemini) o anche con l'inserzione sulla cima di una croce in ferro (ed è questo il caso del Menhir Celimanna di Supersano) o in altro materiale.

Ma la cristianizzazione risale al medioevo e, quindi, la croce potrebbe essere una conferma che questa pietrafitta era già qui in quel periodo.

Il Menhir simboleggia, probabilmente, la fecondità della terra. Era, sostanzialmente, un simbolo fallico... Ma un menhir con un buco (una sorta di Menanthol, appunto) sembrerebbe quasi non avere un senso...

la macchia mediterranea del manfio

Nel Salento ci sono almeno due luoghi dove esistono riti di fecondità e rinascita. Uno di questi è certamente la chiesetta di San Vito a Calimera, dove il rito della rinascita di rievoca ogni anno. Un altro luogo è probabilmente la grotta della Matonna tu Carottu (Madonna del Buco): il rito, praticato sino agli inizi del secolo scorso, consisteva nel passaggio degli adolescenti attraverso un buco in una parete di roccia posta nella grotta.

In questo modo, il giovane -simbolicamente- nasceva a nuova vita.Ma qui il foro è stretto e non lascia immaginare qualcosa di simile; inoltre è orientato a occidente, dove il sole tramonta. Che voglia indicare una data precisa in cui il sole, tramontando, possa essere visto attraverso il foro?

Documento creato il 22/03/2010 (19:13)
Ultima modifica del 21/03/2011 (14:49)
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Japigia di Paola Beatrice Arcano, Casarano (Lecce)
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