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19 ottobre 2008-18 gennaio 2009Il CioccolatoDai Maya al XX SecoloAlba, Fondazione Ferrero, 19 ottobre 2008-18 gennaio 2009 Una grande mostra dedicata al cioccolato, passione tra le più diffuse e contagiose. A proporla - con la cura di Andreina d'Agliano e Fabrizia Lanza - sono la Fondazione Ferrero e la Regione Piemonte. La prima, emanazione con i suoi progetti sociali e culturali, della più importante realtà dolciaria italiana, la seconda, così unita al cioccolato da averne fatto uno dei prodotti simbolo della tradizione gastronomica del territorio. Ciò che la mostra racconta è la storia di un'avventura che comincia molto lontano nel tempo e nello spazio, nella giungla equatoriale, fra la popolazione Maya. E' qui che dai semi della pianta del cacao si comincia a ricavare il "cacahuatl", la bevanda degli dei. In un'ambientazione che richiama atmosfere, suoni, profumi della giungla, si ritrovano in mostra preziosi reperti precolombiani ma anche i primi tasselli della scoperta europea del cacao. L'esposizione prosegue, nelle sezioni successive, con il racconto dell'evoluzione e dei cambiamenti che hanno accompagnato la lavorazione e la consumazione del cioccolato dal 1700 al XX secolo. Il dilagare della cioccolata nel Vecchio Continente passa tramite la Spagna, prima come bevanda quasi medicinale poi, scoperta la dolcificazione, come bevanda alla moda, ammessa dai Papi anche in periodi di digiuno perché corroborante, amata da Casanova per i suoi portentosi effetti sull'amore e sull'umore. Col tempo, nessuno nobile, ricco, borghese o religioso riesce a sottrarsi al piacere di una tazza di cioccolata. Le note di Mozart - che della cioccolata fu grande appassionato - accompagnano il visitatore tra importanti dipinti, argenti e porcellane di varie manifatture europee che documentano quello che ormai è diventato un rituale. A Versailles, come in tutte le corti dell'epoca, la nuova bevanda viene servita in ogni ora. Le manifatture di tutta Europa e in particolare quella di Sèvres lavorano senza sosta per creare servizi sempre nuovi adatti a porgere il nettare che viene da lontano. Successivamente, per tutto l'Ottocento e con continui sviluppi, si assiste alla messa a punto della produzione e della lavorazione industriale. Nel 1802 il genovese Bozelli progetta una macchina per raffinare la pasta di cacao e miscelarla con zucchero e vaniglia. Circa vent'anni dopo, l'olandese van Houten mette a punto un processo che consente di isolare il burro di cacao partendo dalla pasta di cacao. Il cioccolato al latte viene creato per la prima volta nel 1875 dallo svizzero Daniel Peter e poco più tardi, nel 1879, Rodolphe Lindt a Berna crea la ricetta per il cioccolato fondente attraverso la tecnica del "concaggio". Grazie a queste continue trasformazioni, il cioccolato smette di essere un patrimonio esclusivo e diventa un desiderio esaudibile per tutti, si diversifica moltissimo con l'obiettivo di raggiungere tutti e ovunque, assumendo le più diverse forme: pralina, cioccolatino, tavoletta. Macchinari, insegne storiche, immagini d'epoca e film consentono, nella sezione della mostra dedicata alle ottocentesche trasformazioni industriali, di vivere la magia della fabbrica del cioccolato, il luogo dove un seme diventa passione collettiva, espressa in mille forme e sfumature di sapori. Il Novecento aggiunge al mito del cacao nuovi ingredienti: creatività e design. Grandi artisti, da Fortunato Depero a Federico Seneca a Leonetto Cappiello, vengono messi al lavoro per dar forza a marchi e prodotti. Sulla loro scia, scendono poi in campo esperti di pubblicità e di marketing che fanno di Nestlé, Suchard, Lindt, Tobler, Perugina, Caffarel, Venchi-Unica, Ferrero, Elah Dufour, Feletti, Pernigotti marchi noti a tutti. E il cioccolato, declinato in modi diversissimi, assume significati che oltrepassano il prodotto in sé. Bacio Perugina, Gianduiotto, Mon Chéri, Nutella - solo per citare alcuni prodotti diventati icone nel Novecento - connotano modi e momenti di vita e divengono veri e propri fenomeni di costume.
Ultima modifica del 03/10/2009 (18:09) Area di StampaFortune Cookie...Chi non vuol perdere, non giochi |
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